I Congreso Internacional de Historia del Arte y Arqueología en el Real Colegio de España en Bolonia: "El Imperio y las Hispanias de Trajano a Carlos V. Clasicismo y poder en el arte español"
Bolonia (Italia), 13-14 mayo 2013
Abstract: Uno dei fondatori degli studi numismatici dell’età moderna, Antonio Agustín, arcivescovo di Tarragona e insigne giurista, ebbe in Italia larga parte della sua formazione, soprattutto fra Bologna e Padova, poco prima della metà del XVI secolo. In realtà il suo ruolo negli interessi (anche collezionistici) e negli studi antiquari del Cinquecento andò ben al di là dei confini limitati alla scienza numismatica. La sua attenzione ai realia, ai documenti materiali intesi come testimonianze dirette e primarie della storia globalmente intesa, ne fanno quasi un precursore dei caratteri che meno di un secolo dopo assumerà l’interesse antiquario con la storiografia dei Padri Maurini da un lato, e poi in Italia con Francesco Bianchini e in Europa, più tardi, con gli ideali degli Enciclopedisti. Il periodo trascorso a Bologna, nel Collegio di Spagna, da Agustín (fra 1539 e 1544) lo mise certamente in contatto con un ambiente colto nel quale gli studi di antichità vantavano una tradizione assai antica, risalente almeno alla metà del secolo precedente. Alcuni fra i principali esponenti dell’antiquaria umanistica, come il padovano Giovanni Marcanova (ca. 1418 – 1467), raccoglitore di iscrizioni antiche e di testi antiquari, avevano avuto le città dell’Italia settentrionale, e fra queste Bologna, come luoghi di riferimento. A Bologna, fra i due poli della corte di Giovanni II Bentivoglio e dello Studio era cresciuta una vivace cultura antiquaria, alla quale non furono estranei anche gli artisti, come dimostra in primo luogo Amico Aspertini (ca. 1475 – 1552), il cui ben noto codice Wolfegg di disegni dall’antico costituisce davvero una sorta di summa iconografica delle opere figurative romane note fra Quattro e Cinquecento. Nella prima metà del secolo XVI gli interessi antiquari a Bologna sono impersonati soprattutto da un erudito dai multiformi interessi, Giovanni Filoteo Achillini, letterato e collezionista di antichità strettamente legato alla famiglia Bentivoglio. Da questo ambiente erudito bolognese della prima metà del secolo, innestato sulla feconda tradizione quattrocentesca, Antonio Agustín ebbe certamente stimoli significativi, anche se nel dettaglio mancano le fonti per stabilirne con precisione i confini. I suoi Dialogos de medallas, pubblicati postumi a Tarragona nel 1587, costituiscono l’esito di questa lunga formazione e delineano i caratteri di una figura di studioso di antichità che ebbe interessi orientati in modo preciso, ma anche maturò un approccio ai documenti tale da indicarlo come uno degli innovatori della scienza antiquaria nell’età del Rinascimento.